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martedì 15 gennaio 2013

Buoni postali

"Oddio, è entrato Oasi!!" esclamava terrorizzata, per condividere la sciagura con gli altri impiegati dell'ufficio postale ...  ora vi racconto.

Circa 30 anni fa mia nonna si recò in un piccolo ufficio per trasformare i suoi risparmi in due buoni postali; li intestò alla figlia e al suo unico nipote, con la sicurezza di lasciarli in buone mani.
Lo scorso mese, avendo necessità di recuperare un pò di soldini per far tornare in vita il mio conto, mi reco all'ufficio postale di zona, convinto di poterli incassare con facilità.

"Questi buoni sono antichi e non sono stati caricati a livello centralizzato", mi viene contestato, "e lei dovrebbe riscuoterli presso l'ufficio emittente, ma possiamo venirle incontro trasmettendo noi la richiesta e in pochi giorni saremo in grado di rimborsarli".
Comincio a capire che  dovrò sudare per avere quanto mi spetta; torno ad affacciarmi dopo una decina di giorni, sperando di potercela fare.

Entro nell'ufficio di Via Deledda e scopro che la macchinetta eliminacode è rotta; nessuno  ha  pensato a predisporre pizzini, numeretti della tombola, strappi numerati di carta igienica o altro per regolare la fila e le priorità agli sportelli; un serpentone di poveracci esce fuori dalla porta dell'ufficio, visto che nessuno può rinunciare alla posizione acquisita.

Dopo poco più di un'ora arriva il mio turno e l'addetta ai titoli inizia a trattare il mio caso, con la professionalità di un chirurgo che sta per affrontare un complicato intervento; per semplificare le cose non chiedo cose strane come assegni circolari, bonifici o altro; le dico semplicemente "voglio versare questi due buoni, cointestati a me e mia madre, sul conto corrente postale cointestato sempre a me e mia madre, aperto in questo ufficio".
La funzionaria mi sorride, mi chiede un documento valido e mi rimprovera per non aver portato il tesserino del codice fiscale; le spiego che conosco il mio codice fiscale a memoria, che è registrato tra i documenti che ho presentato quando ho aperto il conto presso di loro, e comunque è desumibile facilmente a partire dai dati del documento di identità ... inizia il confronto.

Dopo qualche minuto vedo una smorfia di disperazione da parte sua ... "Oddio, è entrato Oasi!!"
"Cosa succede?" le chiedo preoccupato,
lei mi dice con voce isterica "è Oasi, il nostro programma di indagine su ricettazione, riciclaggio, antimafia, antiusura, antievasione ... si prepari a rispondere alle mie domande, e speriamo che i dati che abbiamo su di lei siano completi e aggiornati e che lei risulti essere in regola!";
comincio a stranirmi ... "se trasferisco denaro a me intestato, che voi avete in deposito da 30 anni, verso un conto che voi gestite e che è ancora intestato a me, devo dichiararne la provenienza?"

Non vorrei apparire rassegnato ma ho già capito che tra un paio di anni mi arriverà qualche accertamento e quindi cerco di collaborare per farle inserire delle risposte che siano precise e incontestabili.

La prima domanda riguarda la mia occupazione, dichiaro di essere un "impegato nel ramo dell'informatica"; purtroppo Oasi non prevede questa risposta, la signora non è sicura di voler accettare come alternativa "impiegato metalmeccanico"; indugia un pò troppo e una nuova  schermata le sentenzia "sessione scaduta, premere il tasto aggiorna".
Tutti gli impiegati dell'ufficio vengono coinvolti nella lotta contro il computer, procedono a tentativi clickando su ogni oggetto visibile dello schermo, ma nessuno è in grado di trovare il tasto aggiorna (o refresh, o reload, o riprova)


Finalmente la direttrice dell'ufficio subentra nella contesa e decide di risolvere il problema resettando il PC e  iniziando da capo la transazione ... quattro o cinque riavvii dopo, grazie all'impegno congiunto di diversi impiegati che ringrazio pubblicamente per la loro incompetenza, finalmente esce in stampa una dichiarazione nella quale sottoscrivo che:

- non ho rubato quel denaro
- non ho carichi pendenti
- non sono un personaggio pubblico
(se lo fossi i soldini di mia nonna non sarebbero comunque stati miei?)
- ho un impiego
- ho una residenza
- sono un bravo guaglione

Il denaro viene finalmente trasferito sul conto corrente postale! Grazie nonna!

Nel frattempo si levano delle urla nel retro dell'ufficio; un invalido, visibilmente spazientito per la lunga attesa, ha quasi schiacciato un passeggino premendo sull'acceleratore della sua carrozzella elettrica per disabili. 

Grazie cari governanti ... ora sono schedato e sapete tutto su di me e sulla mia ricchezza!!