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mercoledì 23 maggio 2012

Il colpetto



 
Suor Daniela, giovane maestra della terza elementare della scuola elementare S. Maria, è di carattere dolce, gentile, premurosa; ha iniziato ad insegnare pochi anni fa e sopperisce alla sua inesperienza con tanta voglia di lavorare, desidera migliorare la sensibilità e la preparazione dei suoi studenti.
Il filo conduttore sul quale sta impegnandosi da qualche giorno con la classe di ben 25 alunni è l’importanza di  far emergere e valorizzare l’individualità di ciascuno, di non seguire il branco, abituando ogni bambino ad effettuare delle scelte e crescere come individuo.
Le attività che già svolgono li aiuteranno in tal senso, come  la rappresentazione teatrale di fine anno che si avvale del contributo e della creatività di ognuno di loro; i più bravi a disegnare preparano i cartelloni per la scenografia, alcuni cantano nel coro, altri cercano di imparare a memoria le frasi da utilizzare nella recita di fine anno.
Oggi, durante l’intervallo pranzo, i bambini recuperano un po’ di autonomia distraendosi dalle lezioni; mentre improvvisano una partita a pallone con una palla mezza sgonfia nel piazzale antistante la classe, le bambine saltano la corda e usano le altalene; lei li osserva da lontano, si riposa un momento; è vero però che ogni tanto deve intervenire per aiutarli a indirizzare i loro comportamenti; se una bambina si unisse ai  ragazzi e volesse giocare a pallone, o se un bambino desiderasse saltare con la corda, le energie giovanili sarebbero canalizzate nella direzione sbagliata, l’identità emergente risulterebbe confusa, non sarebbe costruttivo nella crescita dell’individuo.
Questo può essere un argomento interessante da approfondire in classe .… comportarsi coerentemente con il proprio sesso, crescere in armonia,  si lo proporrà appena sembreranno ricettivi.
Marco è stato iscritto in questo istituto dai genitori che lavorano entrambi, non avendo avuto accesso alle classi a tempo pieno nella scuola pubblica.
Ad 8 anni è molto capace, ha una mente sveglia e ricettiva, riesce a comprendere facilmente quanto spiega l’insegnante; mentre gli altri personaggi non sono stati ancora individuati, a lui è stata assegnata una parte importante nella recita, visto che in due settimane è riuscito a memorizzare senza sforzo le 34 frasi del protagonista; spesso fa anche da suggeritore dal retro del palcoscenico perché ricorda anche gran parte delle battute degli altri interpreti.
Tornati in classe Suor Daniela ricerca la attenzione, rivolgendosi a tutti dice:
“Ragazzi, ricordate sempre che è importante fare e dire quello che pensate sia giusto, non lasciatevi condizionare dagli altri”.
 Quasi tutti pensano, cosa vorrà stavolta la maestra?
Marco alza la mano, le vuole raccontare di una cosa che sta tenendo dentro di se da un paio di giorni.
“Suor Daniela, a proposito di farsi condizionare, a me non piace giocare al colpetto con gli altri .. come maschio debbo proprio farlo?”
Lei sorride, contenta che qualcuno abbia raccolto il suo invito a confrontarsi, gli chiede con interesse …
“Bene, cos’è il colpetto, Marco?”
 “Be’, durante la ricreazione, mentre le femmine guardano e si divertono, Matteo ha iniziato a fare questo gioco … a turno uno di noi deve saltare indietro mentre l’altro gli dà una botta sul pisello. Non è che mi piace questo gioco, poi perdo sempre!!”
 “Non capisco cosa stai dicendo Marco, risponde lei con una espressione incredula e preoccupata”.
 “Non hai mai visto nessuno giocare al colpetto? Cosa è che non capisci, è molto semplice ... come lo chiamate il pisello, voi suore?  Allora ti spiego meglio, se ti fanno una finta e salti indietro per evitare il colpetto, perdi perché non ti devi muovere per le finte; però se non salti in tempo quando l’altro ti dà il colpetto con la mano piegata ti prendi una botta davanti e fa male”.
Tutte le femminucce ridono, i bambini si guardano con imbarazzo e temono una punizione,  l’insegnante arrossisce e non sa cosa dire.
Nella sua preparazione nessuno le aveva mai parlato di questi stupidi giochi tra maschietti. Ma sa che una buona educatrice deve dare delle risposte certe, lei è brava ad improvvisare ..
“Hai fatto bene a dirmelo Marco, voglio farmi consigliare dalla Madre Superiora e dal consiglio di classe per cercare altri giochi un po’ più interessanti che vi coinvolgano ... per ora evitate di continuare con questo gioco, anzi non dovete più farlo;  domani giocherete a ruba bandiera”.

(1997)